Proprietà intellettuale: l’importanza di giocare d’anticipo

È proprio il caso di dire che a giocar d’anticipo si vince sempre.

di Riadi Piacentini

Proprietà intellettuale: l’importanza di giocare d’anticipo

Si parla spesso di proprietà intellettuale – di recente, ancora di più nelle aziende –, ma accade di rado che si sappia darne una definizione o, meglio, che si sappia comprenderne l’importanza. Perché, sì, la proprietà intellettuale è importante per la tua azienda e dovresti proprio farti una cultura a riguardo per non incorrere in alcune spiacevoli situazioni delle quali potresti pentirti.

Ti pongo di fronte a questa situazione: immagina di aver creato qualcosa di geniale e di cui vai fiero. Pensi che si tratti di un’idea innovativa, così tanto che potrebbe sconvolgere il modo di fare impresa nel tuo settore di riferimento. Non si tratta di un bene tangibile, ma questo non rende la sua validità meno dirompente. È proprio qui che si inserisce la proprietà intellettuale con lo scopo di evitare che tu faccia il passo più lungo della gamba, lanci sul mercato l’invenzione e dimentichi di approntare una qualsivoglia forma di tutela verso te stesso, mettendo chiunque – letteralmente – nella posizione di “farti fesso”.

Cos’è e cosa tutela la proprietà intellettuale?

Simbolo dei diritti d'autoreTorniamo alla situazione di prima. Hai inventato qualcosa di grosso e non vedi l’ora di far vedere al mondo quanto straordinario possa essere il tuo contributo. Fin qui, non c’è nulla di male. Ciò che devi fare è fermarti un secondo prima di rendere nota al resto della popolazione la tua idea. In questa pausa di riflessione, assicurati di volgere lo sguardo nella direzione giusta e, cioè, in quello della proprietà intellettuale. 

La proprietà intellettuale richiama quell’insieme di principi giuridici che, nel nostro ordinamento, vogliono tutelare la paternità dei beni immateriali, frutto dell’inventiva dell’uomo. Rientrano in questa categoria le opere letterarie e artistiche ovviamente, ma anche i marchi e le invenzioni industriali ad esempio. In sostanza, grazie alla proprietà intellettuale, potrai dire al mondo che sei tu il padre dell’idea che tutti si pentono di non aver avuto prima.

Potrebbe sembrare poco, eppure non è così. La PI ti consente, infatti, di utilizzare l’innovazione del quale sei autore in un regime che potremmo definire di monopolio. Ovviamente, la forma di tutela garantita è differente a seconda della tipologia di bene giuridico che si intende proteggere. In particolare, la distinzione va fatta tra:

  • marchi registrati;
  • brevetti;
  • diritti d’autore.

Il rapporto tra marchi registrati e proprietà intellettuale

La registrazione di un marchio permette a chi ne è titolare di vantare un diritto esclusivo sull’utilizzo del segno prescelto per l’identificazione di un determinato bene o servizio. La PI, in questo caso, si declina garantendo al proprietario del marchio registrato una tutela rispetto all’utilizzo improprio che terzi potrebbero fare di quel segno o, meglio ancora, rispetto all’uso di segni simili o identici per prodotti/servizi uguali a quelli del marchio registrato.

Facciamo un esempio. Se decidi di registrare il marchio del vino rosso che produci secondo determinate condizioni climatiche e nel rispetto di certe fasi di realizzazione, sarebbe illegale che qualcuno utilizzasse un marchio molto simile al tuo per promuovere un vino rosso sul mercato. Il motivo è che potrebbe creare confusione nel consumatore, spingendolo a scegliere il suo marchio nella convinzione che sia il tuo.

Il rapporto tra brevetti e proprietà intellettuale

Gli inventori sono da sempre la categoria più incompresa che esista al mondo. Di recente, però, specie nel mondo delle aziende, hanno cominciato ad assumere un certo rilievo e, così, anche agli occhi del diritto. Per questo, è stata elaborata una specifica tutela per i brevetti.

La PI, in questo caso, mira a garantire un diritto esclusivo di utilizzo dell’invenzione prodotta al soggetto che l’ha realizzata. Chiunque voglia utilizzarla per i propri fini commerciali  – ovverosia voglia venderla, fabbricarla o modificarla – senza averne alcun titolo è passibile di procedimento penale.

L’importanza della proprietà intellettuale, anche nel caso dei brevetti, si evince facilmente dall’atteggiamento che la legge assume nei confronti del soggetto cui spetta la paternità dell’invenzione: la tutela viene fornita senza se e senza ma.

Il rapporto tra diritti d’autore e proprietà intellettuale

Hai mai sentito parlare di copyright? Ecco, con questo termine di origine inglese si intende fare riferimento proprio ai diritti d’autore, cioè a quell’insieme di norme che vanno a tutelare un’opera frutto dell’ingegno umano dalla possibilità che venga sottoposta a un uso improprio da parte di terzi.

Supponiamo che tu abbia scritto il romanzo della vita, quello che hai sempre avuto in mente di mettere per iscritto e che ti appassiona al solo pensarci. Immaginiamo anche che il pubblico lo abbia accolto con grande entusiasmo e che il libro abbia riscosso un successo insperato. La proprietà intellettuale ti assicura che altri non utilizzino impropriamente il frutto di sessioni notturne di scrittura per i loro interessi, quali che essi siano.

Nel caso del copyright, l’opera è protetta sin dal momento in cui viene ad esistenza, senza che sia necessario procedere a registrazioni o depositi.

Qual è l’effettivo rilievo della PI per un’azienda?

Stanza di un'azienda con vari pc dove si studia la proprietà intellettualeLa risposta sta in una parola: competitors. Un’invenzione, un marchio, un’opera industriale possono costituire un elemento di grande valore per un’azienda e per il suo sviluppo. Non soltanto si tratta di elementi utili a definire la brand identity, ma anche di fattori capaci di attirare materialmente grandi quantità di capitale. 

L’attenzione che le aziende hanno le une verso le altre, specie all’interno di uno stesso settore, è altissima. Uno dei passi principali che si svolgono all’interno dell’ecosistema imprenditoriale, infatti, è l’analisi dei competitor: dai concorrenti si può prendere spunto sia per capire cosa fare (quindi, andando per imitazione), sia per capire cosa assolutamente non fare.

Ne consegue che la registrazione di un marchio, il deposito di un brevetto e il copyright svolgono un ruolo centrale nella tutela di un’azienda e della sua evoluzione, onde evitare che tutto il lavoro di ricerca e innovazione fatto le venga soffiato in un battibaleno dai competitor.

E in Italia quali sono i dati?

Purtroppo, la verità è che i dati nostrani sono poco incoraggianti. L’Indice Internazionale sulla Tutela della Proprietà Intellettuale (International Property Rights Index) del 2021 vede l’Italia al 44esimo posto tra i 129 Paesi che si dedicano alla tutela della PI. Un dato che fa emergere a chiare lettere – o, forse, sarebbe più appropriato dire “a chiari numeri” – l’arretratezza dell’Italia nel campo dell’innovazione, specie nel confronto con altre realtà quali la Svizzera e Singapore che da sempre occupano i vertici della classifica.

Un dato dal quale partire per migliorare? Si spera.

 

Del resto, è proprio il caso di dire che a giocar d’anticipo si vince sempre.